Alla fine, è stato grande Bauma, questo del 2022 con soddisfazione completa da parte di molti tra gli espositori. Ma le note critiche non vanno lesinate comunque, a quello che si presenta come l’evento espositivo del settore Construction per eccellenza, pur contrastando con una realtà che cambia, inesorabilmente e a svantaggio dell’idea stessa di esposizione “monstre” senza contraddittorio.
Proviamo a separare in modo chiaro pregi e difetti dell’immensa fiera tedesca, archiviata sull’onda dei 495.000 visitatori registrati all’ingresso (oltre il 25% in meno, quindi, rispetto agli oltre 600.000 dell’edizione 2019) e degli oltre 3.200 espositori (contro i 3.684 sempre relativi alla penultima tornata prepandemia del Bauma). Cominciamo dai pregi. Senz’altro, tra le aziende partecipanti si è registrata una notevole soddisfazione per gli incontri, le relazioni proficue e gli accordi commerciali attuati durante la fiera. Le potenzialità internazionali del Bauma hanno confermato tutta la valenza di un evento che continua a richiamare un gran numero di visitatori professionali. La “vetrina” di prodotti e tecnologie non è venuta meno nel suo valore promozionale e di mutuo scambio del business. Non solo. La disponibilità estesa degli orari e degli spazi di incontro ha concesso agli stessi espositori la possibilità di organizzare in modo diversificato e razionale le diverse sessioni di appuntamento, ritrovo e confronto con i clienti stessi e con i potenziali buyer. Anche l’assistenza degli uffici Bauma – ai visitatori professionali e agli osservatori del giornalismo tecnico – si è dimostrata all’altezza del compito di accogliere e fornire una cartina di tornasole per orientarsi opportunamente nell’ambito di una manifestazione così vasta e complessa.
Sulle note dolenti, non saremo troppo severi ma comunque faremo solo alcuni appunti doverosi e innegabili nella loro evidenza. La partecipazione al Bauma, innanzitutto, prevede costi eccessivi, per i visitatori internazionali e per gli espositori. Qualche grande realtà internazionale ha rinunciato a esserci, sottolineandone proprio l’investimento troppo oneroso. Senza contare che trovare una struttura alberghiera, oppure una sistemazione in appartamento, è un’impresa che costa carissima. Esorbitante, fuori da qualsiasi realtà che non attenga allo sfruttamento economico parossistico della domanda.
La seconda reprimenda riguarda la durata della manifestazione. Tutti, ma proprio tutti gli espositori che abbiamo visitato, hanno concordato sul fatto che sette giorni di fiera sono un’esagerazione. Considerando il fatto che alle presenze professionali dei primi giorni di esposizione, si alternano, dal giovedì alla domenica, pubblici diversi e meno qualificati. Alla fine, non facciamo mancare il nostro applauso e la nostra ammirazione al Bauma 2022, ma con una doverosa riserva e un sano realismo che devono evidenziarne gli aspetti critici. A beneficio di futuri miglioramenti che potrebbero conferire modernità e fruibilità alla fiera da parte di chi – espositori e visitatori professionali in primis – ne guadagnerebbe un punto di riguardo in più.