martedì, Novembre 11, 2025

Progetto DeepU: tutto pronto per i test in situ

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Il progetto DeepU ha annunciato che la propria tecnologia di perforazione laser di nuova generazione è pronta per la fase di test sul campo, segnando un traguardo fondamentale nella ricerca di un modello di energia geotermica sostenibile e a basso costo.

Dopo 44 mesi di ricerca intensiva, esperimenti di laboratorio e simulazioni numeriche, il consorzio DeepU ha realizzato il primo prototipo operativo: un sistema che utilizza un fascio laser combinato a un flusso di azoto allo stato supercritico in grado di perforare la roccia senza contatto meccanico diretto. Questo approccio innovativo promette di ridurre i costi di perforazione, incrementare l’efficienza e limitare drasticamente l’impatto ambientale delle operazioni in profondità.

Finanziato dal programma EIC Pathfinder del Consiglio Europeo per l’Innovazione nell’ambito di Horizon Europe, il progetto è stato coordinato dall’Università di Padova e successivamente da RED Srl, in collaborazione con Prevent GmbH, Fraunhofer IAPT, Geoserv Ltd, Università di Wrocław e CNR-IGG, coinvolgendo quattro Paesi europei.

Il prototipo sviluppato integra in un’unica stringa di perforazione e nella relativa testa tre funzioni fondamentali: direzionamento del fascio laser per la fratturazione controllata della roccia; convogliamento del flusso di azoto per la rimozione delle particelle e il raffreddamento delle pareti del foro; struttura portante per garantire stabilità meccanica e continuità operativa durante la perforazione.

Oltre ai progressi tecnologici, il progetto ha definito i parametri ottimali di irraggiamento laser per differenti litotipi, ha valutato standard ambientali e di sicurezza per un impiego responsabile e ha analizzato le potenzialità di mercato in vista di applicazioni industriali su larga scala.

“Raggiungere la fase di test sul campo rappresenta un passaggio decisivo verso un modello di energia geotermica affidabile, economico e disponibile in qualsiasi parte del mondo – ha dichiarato Luc Pockelé, coordinatore del progetto presso RED Srl – Con DeepU possiamo accedere al calore terrestre in modo più pulito e intelligente”.

Con l’avvio della sperimentazione in situ, DeepU si avvicina al suo obiettivo finale di trasformare il calore naturale della Terra in una fonte energetica praticabile e sostenibile, contribuendo alla transizione dell’Europa verso un futuro resiliente e a basse emissioni di carbonio.

Ricordiamo che la geotermia può rappresentare per il nostro Paese un’importante leva in chiave energetica. L’Italia ha, infatti, un potenziale di energia geotermica estraibile e sfruttabile che si stima valga tra i 500 milioni e i 10 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente. Vale a dire, tra i 5.800 e i 116mila terawattora di energia, a fronte di un fabbisogno annuo di poco superiore ai 300 terawattora. Insomma, basterebbe estrarre una piccola frazione di quell’energia per soddisfare interamente tutta la domanda interna.

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