Benché Perforare non si occupi direttamente di trasporto merci riteniamo utile pubblicare quanto comunicato da Anita, l’Associazione nazionale delle imprese di autotrasporto merci e logistica che rappresenta le più grandi imprese del settore, in Italia e in Europa, in merito al divieto settoriale di transito che l’Austria intende applicare.
La decisione di dare voce a questo problema risiede nel fatto che anche i settori di cui scriviamo e nei quali i nostri lettori operano, sarà influenzato giocoforza dalle dinamiche del trasporto che potranno instaurarsi in seguito all’entrata in vigore di sudato divieto. Basti pensare ai possibili problemi legati al trasporto delle macchine prodotte in Italia e destinate ai mercati esteri per avere già un’idea di quali problemi potrebbero sorgere.
Nonostante il parere contrario della Commissione Europea, l’Austria ha deciso di procedere con l’introduzione del divieto settoriale. Il divieto era stato sproporzionato rispetto agli obiettivi di riduzione dell’inquinamento e sostanzialmente uguale ai due precedenti provvedimenti già bocciati dalla Corte di Giustizia UE, negli scorsi anni.
“È oltremodo preoccupante che un Paese europeo insista con l’introduzione di un divieto settoriale che viola i principi di libera circolazione delle merci, oltretutto a seguito di ripetute bocciature da parte della Corte di Giustizia UE, e cerchi di creare dei vantaggi competitivi alle imprese locali esonerandole dal divieto settoriale” dichiara il Presidente di ANITA, Thomas Baumgartner.
La stessa Commissione aveva suggerito all’Austria alcune misure sostitutive del divieto settoriale, le quali puntavano a scoraggiare il traffico dei veicoli più inquinanti attraverso un possibile divieto anticipato per i veicoli di classe Euro3 o una diminuzione della velocità massima per le autovetture dagli attuali 100 a 80 km/h.
La nuova versione del divieto settoriale tiene conto solo in parte dei rilievi della Commissione UE, escludendo per un periodo limitato i veicoli di classe Euro6 al fine di diminuirne l’impatto negativo e senza anticipare il divieto per i veicoli più inquinanti.
Anche la Camera di commercio di Bolzano, Unioncamere Veneto ed Emilia Romagna nel settembre scorso hanno inviato un esposto alla Commissione UE per chiedere l’abrogazione del divieto austriaco o comunque la sua disapplicazione.
“La Commissione UE Dg mercato interno, ritenendo insufficienti le modifiche apportate dall’Austria al provvedimento, sta predisponendo il “parere motivato” che rappresenta l’ultimo passaggio prima del deferimento alla Corte di Giustizia – aggiunge Baumgartner – e sollecitiamo che in caso di deferimento venga richiesta la sospensiva del divieto, che entrerà in vigore il 1° novembre prossimo”.
L’Associazione confindustriale è da sempre fautrice di politiche volte a preservare la qualità dell’aria ed in più occasioni ha sostenuto la necessità di varare misure per la sostituzione e l’ammodernamento del parco circolante, così come quella del rilancio del trasporto ferroviario delle merci.
“ANITA è molto determinata nel contrastare il divieto settoriale poiché non si può tollerare un’imposizione che ostacola le esportazioni italiane di determinate merci e mette così a rischio l’attività di interi settori produttivi, provocando danni economici non recuperabili e che finirebbe per imporre una modalità di trasporto invece di lasciare agli operatori la scelta di quella per loro più consona” conclude il Presidente Baumgartner.