Conclusesi le fasi esplorative ed investigative delle matrici e dei fondali dell’area perimetrale, avviatesi nel mese di settembre e concluse ad aprile dopo l’esecuzione di oltre un centinaio di operazioni preliminari tra sondaggi, prove geomagnetiche e geoelettriche, lunedì 9 giugno si è dato avvio alla fase di pre-esecuzione del polder, ovvero la cinturazione , di oltre 6 km di perimetro, volta ad isolare gli inquinanti emessi dal corpo di discarica al fine di salvaguardare le zone adiacenti al sito di Malagrotta.
I mezzi di Trevi – società aggiudicataria dell’appalto – hanno iniziato a scavare le prime trincee al fine di dare l’avvio alle operazioni di filtrazione del materiale argilloso grezzo e determinare quindi le profondità e i sistemi trovanti per il successivo posizionamento delle paratie/parancole che compongono il polder contenitivo.
Da quando, nel maggio 2024, il gruppo Trevi è stato individuato aggiudicatario dell’appalto per la realizzazione del polder contenitivo, è apparso evidente che fosse necessario creare un gruppo operativo ad hoc per coordinare le attività iniziali e, in linea con le lunghe tempistiche del cantiere, dirigere tutte le fasi procedimentali (compreso il cambio della viabilità sulla via di Casal Lumbroso) e le condizioni pratiche delle operazioni previste da appalto.
“Fin da subito abbiamo costituito un gruppo di lavoro ad hoc, una serie di tavoli tecnici e soggetti appositamente incaricati che si occupassero di rendere agevoli e creare le corrette condizioni per raggiungere l’efficacia e l’efficienza delle lavorazioni, al fine di non perdere un momento, poiché in questa missione il tempo è preziosissimo”, ha dichiarato il Commissario Unico Generale Giuseppe Vadalà.
“Nonostante i tanti ostacoli abbiamo, sempre in una condotta sinergica e coesa con tutti i soggetti incaricati, raggiunto anche questa importante fase del risanamento di Malagrotta – conclude il generale dei Carabinieri – Siamo alle fasi di cantiere vere e proprie e da oggi la macchina è in movimento e si fermerà solo a lavoro concluso, nel rispetto dei tempi prefissati dai nostri cronoprogrammi. Lo dobbiamo all’Europa, lo dobbiamo al Paese, lo dobbiamo alla cittadinanza”.

Contesto ambientale e normativo
La discarica di Malagrotta, situata nella periferia ovest della Capitale, rappresenta uno dei siti ambientali più critici dell’intero territorio nazionale. Operativa per oltre trent’anni fino alla chiusura ufficiale nel 2013, ha accolto la quasi totalità dei rifiuti urbani di Roma, diventando nel tempo oggetto di numerose contestazioni, procedimenti giudiziari e procedure d’infrazione da parte dell’Unione Europea. Le problematiche legate alla gestione del percolato, all’inquinamento delle matrici ambientali e alla messa in sicurezza dei versanti circostanti hanno reso il sito un nodo emblematico nella pianificazione degli interventi di bonifica post-discarica. L’intervento attuale si inserisce all’interno del più ampio piano commissariale per il risanamento e la mitigazione del rischio ambientale dell’area, prevedendo soluzioni ingegneristiche complesse – come il polder contenitivo – per intercettare e confinare le fonti di contaminazione, in linea con gli obiettivi di conformità comunitaria e tutela della salute pubblica.