Arriva dalla Norvegia, nella giornata di ieri, un annuncio inaspettato, che riapre il dibattito sull’approvvigionamento europeo di quegli elementi, indispensabili per la transizione energetica, definiti “terre rare”. Secondo la REN – acronimo che sta per Rare Earths Norway – potrebbe essere stato scoperto il deposito più grande d’Europa di questi preziosi elementi, che possiedono caratteristiche forse ancora più ricercate rispetto a quelli che la Svezia rivendicò nel 2023.
Le stime sono ancora da confermare, ma si parla di volumi molto importanti, che si attestano prossimi alle 8,8 tonnellate. Il giacimento è situato nel complesso di Fen, a un centinaio di chilometri da Oslo. Territorio che proprio la REN – facente parte di una holding mineraria che gode del sostegno, tra gli altri, anche della European Raw Materials Alliance (Erma) e di EIT RawMaterials – sta esplorando dal 2016, anno della sua fondazione. I volumi saranno confermati solo una volta che si procederà con l’inizio dell’investimento – si parla di 870 milioni a partire dal 2023 – per le estrazioni e il successivo processo di vaglio e produzione, ma la notizia ha subito echeggiato in tutto il “Vecchio Continente”.
Gli elementi denominati “terre rare”, vale la pena di ricordarlo, sono un gruppo di 17 elementi chimici, considerati critici poiché la nostra economia globale ne ha un disperato bisogno. Servono per la digitalizzazione e per la transizione energetica, ma sono fondamentali anche per l’industria aerospaziale e per la difesa. L’Europa si sta cercando di organizzare per creare un piano congiunto tra i paesi membri per rafforzare la cooperazione in questa nuova corsa all’oro, in quanto questi particolari elementi sono largamente dislocati fuori dal nostro continente.
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Secondo le stime dell’US Geological Survey, nel 2022 la Cina avrebbe prodotto circa il 70% (210.000 tonnellate) della produzione globale di terre rare, seguita da Stati Uniti (14,3%), Australia (6%), Myanmar (4%), Thailandia (2,4%), Vietnam (1,4%), India (0,96%), Russia (0,86%), Madagascar (0,32%) e Brasile. Le riserve di terre rare ad oggi documentate sono situate in oltre 34 paesi. Dopo la Cina (44 milioni di tonnellate), la seconda più grande riserva si troverebbe in Vietnam (22 milioni di tonnellate), seguita da Russia e Brasile (21 milioni di tonnellate ciascuna).