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PAROLE DI SCIENZA (a cura di Roberto Vacca) Il Clima Incognito

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Continuano le polemiche sulle previsioni del clima futuro e su rischi (innalzamento livelli del mare, cataclismi) forse conseguenti a un continuo riscaldamento globale dell’atmosfera.
L’IPCC (International Panel on Climate Change) è stato costituito dall’ONU nel 1988. I suoi numerosi climatologi non fanno ricerca originale, né monitorano dati climatici: valutano lavori scientifici da cui traggono scenari e formulano obiettivi mirati a stabilizzare le concentrazioni di gas serra e quindi le temperature atmosferiche. Concludono: con probabilità maggiore del 95% un riscaldamento globale atmosferico da 4 – 5°C conseguirà entro il 2100 all’aumento dei tassi atmosferici di CO2 [oggi il più alto da 800 millenni fa], CH4, N2O, clorofluorocarburi. La loro visione fu adottata nel 1997 dal Protocollo ONU di Kyoto. Gli Stati aderenti al Protocollo si impegnano a ridurre drasticamente le emissioni di quei gas e in particolare dell’anidride carbonica [nel 1958 315 ppm, nel 2021 420 ppm]. Per farlo si impegnano ad annullare gradualmente l’uso dei combustibili fossili. La Germania ha stabilito per legge nel 2019 che entro il 2030 dovrà ridurre le emissioni di gas serra del 55% rispetto al livello del 1990 e dovrà ridurle a zero per il 2050.
L’NIPCC (Non Governmental International Panel on Climate Change) fu fondato nel 2003 da S.F. Singer, già professore di Scienze ambientali all’Università della Virginia. Sostiene che l’IPCC sbaglia ad attribuire il riscaldamento globale all’aumento di CO2 dovuto all’uso umano di combustibili fossili. Ritiene che siano benefici per l’ambiente sia il riscaldamento globale, sia l’aumento del tasso di CO2 (effetto positivo sui vegetali). Nel 2013 furono invitati dall’Accademia delle Scienze Cinese a un Congresso sul riscaldamento globale.


Il fisico danese H. Svensmark (Istituto Danese di Ricerche Spaziali)PJ, nel suo “Le stelle gelide” (2007) sostiene che l’aumento della temperatura atmosferica nell’ultimo secolo (meno di un grado) è stato causato da una diminuzione delle nuvole a bassa altitudine: cicli climatici di circa 1000 anni sono causati da variazioni del campo magnetico solare: se è forte, devia dalla Terra i raggi cosmici galattici per cui diminuisce la condensazione a bassa quota del vapore acqueo e la scarsità delle nuvole basse causa un aumento della temperatura. Succede il contrario se il campo magnetico solare è debole: i raggi cosmici galattici sono forti e ci sono più nuvole a bassa quota: la temperatura si abbassa come accadde nella mini era glaciale fra il XIII e il XVII secolo.
Anche l’EPA (Agenzia Americana per la Protezione Ambientale) sostiene che il riscaldamento globale antropico sia una seria minaccia. I pareri sono divisi fra esperti e accademici. Pare che la maggioranza dei climatologi concordi che l’aumento dei gas serra (e in particolare del CO2, che è meno di metà dell’1‰ dell’atmosfera) sia rischio grave causato dall’uomo. Alcuni sono giunti a proporre che venga proibito a chi sia scettico in merito di pubblicare lavori su riviste scientifiche – presumendo che sostenga le sue tesi perché è finanziato da grosse aziende produttrici di carbone e petrolio. Alcuni non scienziati, fra cui J. Bolsonaro Presidente del Brasile, dicono che il riscaldamento globale antropico non esiste, ma è stato inventato dalle sinistre. È una posizione non tenibile.


Infatti che la temperatura terrestre sia cresciuta è comprovato, oltre che dalle misure, dall’apertura del “passaggio a Nord-Ovest”: la continuità di un percorso navigabile a Nord del Canada congiungente l’Atlantico con il Pacifico. Questo passaggio fu cercato da Giovanni Caboto già dal 1597 e ripetutamente senza successo nei secoli seguenti. Nel 1906 Roald Amundsen riuscì a percorrerlo, in oltre 2 anni, con il suo piccolo sloop. Solo nel 2007 un mercantile norvegese percorse il passaggio senza essere preceduto da un rompighiaccio. Nel 2014 il mercantile Nordic Orion (73.500 tonnellate) completò il passaggio aprendo la rotta al traffico.
Non è dimostrato che l’aumento della temperatura sia causato da quello del tasso atmosferico di anidride carbonica: questo è stato del 33% dal 1958 al 2020, mentre la temperatura media dell’atmosfera è cresciuta di meno di mezzo grado.
Ritengo probabile che ciascuno dei metereologi citati abbia analizzato correttamente solo parti del fenomeno. Però, restano inspiegate le eventuali dipendenze causali e non è da escludere che siano stati del tutto ignorati fattori rilevanti. Occorre studiare ancora molto.

Ho analizzato la crescita del CO2 atmosferico in base ai dati rilevati a Mauna Loa (Hawai) dal 1959 al 2020. Si notano tre discontinuità che suddividono quei 60 anni in 4 intervalli in cui la curva ha andamenti differenti ai quali ho adattato curve logistiche di Volterra a 3 parametri. La tabella seguente riporta per ciascun intervallo: i valori calcolati degli asintoti che raggiungerà il tasso di CO2, l’errore standard fra dati sperimentali e curva, la costante di tempo (intercorrente fra i tempi in cui il tasso ha il valore del 10% e del 90% dell’asintoto) e l’incremento annuale medio in ciascuno dei 4 intervalli (di circa 16 anni ciascuno).

IntervalloAsintoto A   (ppm)Errore StandardCostante di Tempo (anni)Incremento Annuale medio (ppm)
1959-76    5125,12 E-04513   0,95
1976-1994    4663,27 E-04265   1,48
1994-2010    4339,8   E-04107   1,85
2010-2020    4411,0   E-03  56   2,54

Si vede che l’incremento annuale medio (le deviazioni dal quale di anno in anno sono minime in ciascun intervallo) è più che raddoppiato nell’ultimo mezzo secolo mentre decresce leggermente l’asintoto cui mira il processo. Dunque l’effetto sulla temperatura del CO2 non sembra avviato a crescere.

Roberto Vacca, 8 maggio 2021

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