La rassegna internazionale della meccanizzazione agricola si conclude con un risultato storico. Il numero dei visitatori, che nella scorsa edizione aveva raggiunto la quota di 196 mila, che costituiva il record per la rassegna bolognese, segna quota 235.614, con un incremento del 20% che va al di là di ogni previsione. Dalle prime ore di mercoledì 12 sino alla sera di domenica 16 l’affluenza al quartiere fieristico è stata incessante, con una presenza molto nutrita di operatori esteri. I dati statistici diffusi da FederUnacoma, la federazione dei costruttori italiani organizzatrice della rassegna, indicano una crescita molto consistente degli operatori economici provenienti dai Paesi esteri, che raggiungono le 38.773 unità, pari ad un incremento del 21% rispetto all’edizione 2012. Con visitatori provenienti da 124 Paesi, con 1.800 industrie costruttrici delle quali 650 estere, con 60 delegazioni estere ufficiali e con 700 giornalisti accreditati provenienti da 40 Paesi, EIMA International si consacra come un evento di rilevanza mondiale.
Nei cinque giorni di svolgimento, sono stati oltre 150 i convegni e gli incontri ospitati sui temi della meccanica, dell’agronomia e della politica agricola. Spazio anche ai temi sociali, della cooperazione, e dell’etica economica, con il convegno sul tema “Agricoltura e legalità” dedicato alle cooperative sociali agricole che operano sui terreni confiscati alla malavita organizzata, e con la testimonianza di Cécile Kyenge che nella sua qualità di europarlamentare del PD, ha scelto la vetrina di EIMA International per ricordare il ruolo fondamentale che l’agricoltura ha per la creazione di sistemi economici equilibrati, sia nei Paesi in via di sviluppo sia in quelli più avanzati. “In questi giorni abbiamo visto una folla enorme – ha commentato il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – composta da persone incredibilmente attente e motivate a conoscere anche nei dettagli tecnici la sconfinata merceologia di macchine e attrezzature presenti in questa rassegna”. “Le macchine agricole – ha concluso Goldoni – sono frutto di un ingegno e di un talento costruttivo molto speciali, e sono una delle espressioni più belle della nostra civiltà”.