sabato, Giugno 28, 2025

Riapre il Tunnel del Tenda: oggi l’inaugurazione

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Dopo un intero quinquennio di chiusura e più di otto anni di lavori tra interruzioni, riprogettazioni e criticità imponderabili, il Tunnel del Colle di Tenda si appresta a riaprire i battenti con la cerimonia inaugurale prevista per il pomeriggio di oggi, 27 giugno, con la presenza confermata del ministro Matteo Salvini, dei vertici Anas e dei presidenti di Piemonte e Liguria. L’infrastruttura, che si inserisce lungo l’asse strategico europeo E74, collega la pianura piemontese (nelle province di Cuneo e Torino) alla Costa Azzurra e la costa ligure attraverso le propaggini occidentali delle Alpi Marittime lungo la valle Vermenagna (in Italia) e la valle della Roya (in Francia) e rappresenta uno dei nodi di transito più rilevanti per la mobilità e l’economia dell’intero Nord-Ovest.

La riattivazione del traforo, prevista per domani, si accompagna a un piano di gestione del traffico che, almeno per i prossimi mesi, sarà improntato alla prudenza: come già avveniva in passato, la circolazione sarà regolata da un senso unico alternato con semaforo e tempi di attesa di circa 15 minuti, una scelta che riflette sia la necessità di completare i ripristini viari sul versante francese – devastato dalla tempesta Alex nell’ottobre 2020 – sia la configurazione provvisoria del cantiere. Sono attese nelle prossime ore le comunicazioni definitive relative agli orari di apertura del traforo.

Il tracciato e il progetto originario

Il complesso del Colle di Tenda comprendeva storicamente una galleria di circa 3.200 metri, realizzata alla fine del XIX secolo, che per oltre un secolo ha garantito il transito transalpino, seppure con forti limitazioni di capacità e sicurezza. Anas aveva previsto un intervento di raddoppio e ammodernamento dell’opera, articolato nella costruzione di una nuova galleria monodirezionale in affiancamento a quella originaria di pari lunghezza e nell’ampliamento della storica, con una carreggiata effettiva di 6,5 metri, composta da una corsia di marcia da 3,5 metri e una corsia di emergenza da 2,7 metri.

Il cronoprogramma originale contemplava di realizzare dapprima il nuovo tunnel per deviarvi il traffico e procedere successivamente all’adeguamento della vecchia galleria, garantendo così la continuità del collegamento.

Sul versante italiano il progetto ha compreso la sistemazione della SS20, la demolizione e ricostruzione del ponte sul rio Panice e la riqualificazione dei piazzali d’accesso, mentre sul versante francese sono stati realizzati nuovi tornanti, muri di sostegno, paratie tirantate e un viadotto di scavalco del fosso del Cà.

Le criticità e la tempesta Alex

Il cantiere si è trovato a fronteggiare una sequenza di eventi avversi che hanno reso il percorso di realizzazione particolarmente accidentato. Nel 2020 la tempesta Alex ha provocato il crollo sia del nuovo ponte già completato, sia del viadotto storico sulla RD6204, cancellando in poche ore anni di lavori e imponendo una revisione progettuale radicale.

È stato necessario prevedere un unico nuovo ponte con luce di 66 metri tra le spalle realizzate in calcestruzzo armato, poggiate su pali di grande diametro (1200 mm) con lunghezza di 34 metri per la spalla 1 e 36 metri per la spalla 2 – 12 pali per ciascuna spalla – per garantire la possibilità di deflusso di eventuali colate detritiche provenienti dal vallone. La riprogettazione ha comportato anche lo spostamento degli imbocchi delle due gallerie sul versante francese, per renderli paralleli e consentire l’accesso sul nuovo ponte di scavalco.

Il rivestimento del tunnel e le opere sotterranee

La galleria è stata interessata da un articolato processo di rivestimento definitivo, completato al 100%, articolato nelle fasi di realizzazione dell’arco rovescio (gettato su fondo regolarizzato in calcestruzzo magro e armato con barre e staffe), delle murette laterali di sostegno e dell’impermeabilizzazione mediante teli in PVC e TNT. La posa del cassero mobile ha consentito di completare il getto del calcestruzzo del rivestimento, garantendo la tenuta idraulica e la durabilità dell’opera.

Gli impianti tecnologici e la sicurezza

La galleria è stata dotata di un corredo impiantistico di ultima generazione: ventilazione meccanica per evacuazione fumi, impianto di rilevamento incendi, illuminazione a LED, nicchie SOS ogni 150 metri e piazzole di sosta, pressurizzazione dei by-pass pedonali, sistemi di radiocomunicazione su piattaforma RoIP e gestione centralizzata del traffico e degli allarmi.

I sistemi sono alimentati da reti distinte sui due versanti e integrati in un centro di controllo unico, che garantirà la supervisione continua. L’installazione degli impianti ha raggiunto il 95% di avanzamento al momento dell’inaugurazione, con le ultime fasi di test e collaudo in corso.

Prospettive operative e cronoprogramma

Il futuro immediato del traforo vedrà una modalità di esercizio transitoria, con apertura diurna prolungata durante la stagione estiva e finestre orarie ridotte in autunno. L’accordo definitivo con la Francia dovrà contemperare la riattivazione progressiva della RD6204 e il completamento delle opere di ripristino nei tornanti superiori entro il 2026.

Nel medio termine, resta l’obiettivo di proseguire con la seconda fase del progetto Anas: l’ampliamento della galleria storica e l’attivazione di un doppio senso di marcia stabile, ipotesi che, tuttavia, potrebbe slittare oltre il 2028.

Un cantiere simbolo di complessità

La parabola del tunnel del Tenda incarna le contraddizioni della cantieristica infrastrutturale contemporanea: investimenti ingenti, procedure complesse, eventi naturali imprevedibili, contenziosi e ripartenze. Con un costo complessivo superiore ai 300 milioni di euro, questa infrastruttura è destinata a restare un punto di osservazione privilegiato per tecnici e amministratori impegnati nella gestione di grandi opere in contesti montani di confine.

La riapertura, attesa da migliaia di utenti, segna dunque un momento di sollievo operativo ma anche di consapevolezza: la capacità di resilienza dei territori e delle comunità si misura nella gestione concreta di progetti di questa scala, tra ambizioni strategiche e ostacoli di ogni ordine.

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