Nella costruzione del nuovo terminale Gnl di Piombino, la nuova gru cingolata 683 E di Sennebogen– consegnata da Espi Engineering all’impresa Max Streicher – è l’asso nella manica per il sollevamento degli impianti e dei componenti di trasferimento del gas metano. Nell’ambito del piano energetico nazionale che mira a diversificare definitivamente l’approvvigionamento di gas – in relazione anche alla recente crisi delle fornitura russe, in seguito alla guerra in Ucraina – è in corso di ultimazione, nel porto di Piombino, un nuovo terminale di rigassificazione del Gnl (Gas Naturale Liquefatto). La capacità complessiva di trattamento dell’impianto è di cinque miliardi di metri cubi all’anno, pari al 7% del fabbisogno italiano.
In questo contesto si trova a operare la gru cingolata telescopica Sennebogen di Max Streicher, la filiale italiana di Streicher Group, colosso tedesco delle pipeline per il trasporto dell’energia. Il modello 683 E è un campione agile da 80 ton che ha esordito da poco sul mercato europeo e internazionale, conquistando l’attenzione e il favore di molte imprese impegnate nelle più diverse opere di fondazione speciale. Qui a Piombino, questo modello telescopico ha fornito una prova operativa da autentica protagonista di servizio, con cicli produttivi di sollevamento sorprendenti e assolutamente in linea con l’impegno febbrile di un grande cantiere.
In pochi mesi l’appaltatore ha già completato l’80% dei lavori previsti, basati su numerose sessioni di sollevamento per la movimentazione e la posa delle tubazioni previste dal progetto (che riguarda un’area di diversi chilometri sulla costa occidentale italiana). Il piano richiedeva una realizzazione in tempi brevi e la flessibilità di manovra e di tiro della nuova Sennebogen da 80 ton si è rivelata un autentico asso nella manica per Max Streicher. Sempre al lavoro nelle varie aree di intervento – dal molo di attracco delle navi metaniere che trasportano il Gnl, fino al punto di immissione – attraverso sei tubazioni flessibili – nei serbatoi della Golar Tundra, la nave di stoccaggio e rigassificazione (FSRU) che riporterà l’elemento allo stato gassoso per immetterlo nella rete di trasporto nazionale. Le operazioni di sollevamento deputate alla Sennebogen 683 E comprendono innanzitutto la posa dei componenti della tubazione, con la parte più pesante riferita a un filtro di linea del peso di 32 t. In seconda battuta, la gru cingolata si occupa della movimentazione e del montaggio delle parti prefabbricate in calcestruzzo che costituiscono l’edificio di servizio e controllo (in sostanza, la sede operativa in cui l’alimentazione alla rete nazionale viene monitorata costantemente).
La 683 E può affrontare senza difficoltà la marcia più efficace sul terreno irregolare e accidentato del cantiere di Piombino, spostandosi anche nell’ambito di spazi ristretti – dal momento che il carro estensibile può essere ridotto in modo flessibile da 4,2 fino a 2,68 m, effettuando l’operazione di ritrazione ed allargamento dei cingoli anche con la gru ancora in fase di traslazione. Inoltre, nelle fasi operative pick & carry – cioè con le operazioni di sollevamento e movimentazione realizzate con la gru in movimento – la Sennebogen 683 E può incedere anche con il 100% del carico massimo al gancio; questa funzionalità è risultata oltremodo utile nel prelevare i componenti delle tubazioni e le parti prefabbricate in calcestruzzo dal pianale del veicolo di trasporto, per trasferirli direttamente alla sede di montaggio per l’immediata installazione.
L’articolo completo sul nuovo numero di Perforare (sfogliabile anche online, dal nostro portale web).