Questa la premessa alla base della creazione della start-up statunitense Astro Forge, che sta pianificando per il 2024 il primo lancio di un veicolo aerospaziale nel deep space, alla ricerca di risorse minerarie necessarie al nostro pianeta per la transizione energetica.
L’obiettivo della missione è quello di visitare un asteroide tra quelli orbitanti “vicino” alla Terra, che contenga una quantità e una qualità di metalli sufficiente per provare che lo spazio profondo potrebbe effettivamente rappresentare una nuova frontiera dell’attività estrattiva mineraria umana, pur con tutte le difficoltà che si possono naturalmente dedurre.
Quello che i fondatori di Astro Forge, Matthew Gialich e Jose Acain, andranno a ricercare è asteroide che come sia composto quasi esclusivamente da metalli, ferro e nichel per la precisione.
Se la missione riuscisse, Astro Forge sarebbe la prima azienda privata a visitare un asteroide di questa classe e ad operare nello spazio profondo.
Il viaggio nello spazio affronterà diverse fasi, e durerà in tutto due anni.
La navicella spaziale Brokkr-2 viaggerà a bordo del razzo SpaceX di Elon Musk, che trasporterà una trivella per esplorare la superficie della Luna, come parte del programma Artemis della NASA.
La missione di Astro Forge continuerà fino a raggiungere l’ambito asteroide di tipo M, che contiene concentrazioni di metallo più elevate rispetto agli asteroidi normali.
L’azienda californiana ha testato a settembre, con successo, i razzi che permetteranno a Brokkr-2 di raggiungere il corpo celeste bersaglio, situato a 35,4 milioni di chilometri dalla Terra.
“Con una fornitura limitata di metalli preziosi sulla Terra, non abbiamo altra scelta che guardare allo spazio profondo per reperire materiali economici e sostenibili”, aveva dichiarato l’amministratore delegato Matt Gialich ad aprile.
Un nuovo studio sull’argomento, pubblicato recentemente dalla rivista “Proceedings of the National Academy of Science”, afferma che i metalli necessari per le batterie e le infrastrutture per le energie rinnovabili potrebbero presto aumentare di prezzo, ritardando potenzialmente la transizione all’energia pulita.
Secondo gli autori dello studio, la mancanza di offerta per soddisfare la domanda costringerà le compagnie minerarie a scavare in luoghi dove tali metalli non sono facilmente disponibili, il che comporta gravi costi economici e ambientali.
Quasi 9.000 asteroidi più grandi di 36 metri di diametro orbitano vicino alla Terra e molti di essi contengono metalli necessari alle nostre economie, come cobalto, nichel e metalli del gruppo del platino.
Astro Forge non è la prima start-up a tentare il “deep space mining”, ma il suo tempismo potrebbe risultare il migliore. Due società precedenti, Planetary Resources e Deep Space Industries, sono emerse circa dieci anni fa, ma nessuna delle due è arrivata su alcun asteroide e alla fine è stata acquisita e dirottata verso altri progetti.