Turisti e residenti di Acapulco Bay, in Messico, per anni sono stati costretti a passare lunghe ore in coda in auto per raggiungere la città arrivando al Juan N. Alvarez International Airport. Una situazione che meritava una soluzione definitiva che ponesse fine alla congestione stradale: la creazione di una galleria che bypassasse gran parte del percorso in essere, accorciando i tempi di percorrenza e fluidificando il flusso veicolare.
La galleria in questione è in fase di realizzazione per opera della società messicana Acatunel SA. Il tunnel sarà lungo 3,2 km e attraverserà la montagna Cumbres de Llano Largo. Nel gigantesco cantiere sono all’opera due perforatrici jumbo per operazioni di tunneling di Sandvik, una DT820-SC e una DT1131-SC. La decisione di costruire quello che sarà il tunnel più lungo del Messico è stata presa nel 2013, quando era ormai chiaro che i problemi veicolari non stavano solo stressando la popolazione, ma producendo anche un danno economico ingente in quanto molti turisti decidevano mete diverse proprio a causa delle oltre due ore di coda che erano necessarie per raggiungere le spiagge.
Per la creazione del tunnel sono stati stanziati 3.500 milioni di pesos, pari a 213,4 milioni di dollari; i lavori sono iniziati sul lato sud della montagna, verso Brisamar e la baia.
Fin dall’inizio Acatunel ha messo in pista le due perforatrici jumbo DT820-SC e SC DT1131 di Sandvik visto il progetto piuttosto ambizioso: attualmente le squadre di Acatunel lavorano 12 ore al giorno, su due turni, e la media di avanzamento è di poco più di 7 m al giorno.
Si tratta di una media ovviamente in quanto spesso accadono dei contrattempi che rallentano l’avanzamento, in massima parte legati alla natura geologica del Cumbres de Llano Largo, composto da granito di quarzo, mica e feldspato nonché di basalto, entrambe pietre estremamente abrasive e dure, che mettono a dura prova uomini e macchine.
Oltre alle difficoltà di ordine geologico ve ne è una seconda di tipo idrico. Man mano che lo scavo procede le squadre devono gestire una gran quantità di acqua di infiltrazione che va raccolta e deviata, e che a volte crea fratture nella roccia stessa con conseguenti frane e crolli. “A volte succede che una parte della parete superiore del tunnel ceda” spiega Miguel Angel Rodríguez Banuet, supervisore generale del progetto. “Lo spazio vuoto che si crea deve essere riempito con calcestruzzo spruzzato o idraulico per consolidarlo e procedere in sicurezza, ma queste operazioni richiedono tempo e rallentano le fasi di scavo”.
Scavo che, come abbiamo detto, è affidato alle perforatrici jumbo di Sandvik, scelte per motivi sia tecnici che di sicurezza. Tecnicamente la grande stabilità di queste macchine assicura la piena operatività anche sul piano inclinato del tunnel (che punta verso il basso), cosa che influisce sia sulla produttività che sulla sicurezza.
Oltre ad essere stabili e potenti, le due jumbo sono equipaggiate con il sistema fail-safe di controllo del motore e vantano una cabina certificata FOPS che isola l’operatore da rumore e vibrazioni. La grande superficie vetrata offre inoltre piena visibilità sia sui bracci oscillanti, che sull’area circostante la zona operativa. Le due perforatrici vengono equipaggiate con aste Sandvik T38-Hex35-R32 da 16 piedi. “La resistenza e durata dei componenti di perforazione Sandvik sta aiutando la nostra squadra di trivellatori a rispettare la tabella di avanzamento dei lavori” ha dichiarato Miguel Angel Rodríguez Banuet.