Nichel e cobalto dalle miniere dismesse del Piemonte per la sfida della decarbonizzazione. In Italia la partita si gioca a Usseglio e Balme dove la Strategic minerals, azienda controllata dalla Alta Zinc Ltd, ha ottenuto il rinnovo dei permessi di ricerca per l’esplorazione di cobalto, nichel, rame, argento e metalli associati. Il rinnovo, richiesto dall’azienda mineraria, arriva dopo la scoperta di nuove mineralizzazioni a Balme area adiacente a quelle interessate dal progetto Punta Corna in comune di Usseglio.
Già nel 1750 in questa zona c’era la più grossa miniera di cobalto d’Europa. Oggi Alta Zinc ha acquisito i permessi per riprendere la ricerca di cobalto e nichel, anche nella prospettiva della progressiva transizione del mercato dell’auto verso la propulsione elettrica. Il nichel e cobalto sono le materie basilari per la produzione delle batterie di ultima generazione (come quelle che produrrà, ad esempio, l’Italvolt nell’imminenza dell’apertura di un centro per la produzione di batterie a Torino).
Il rinnovo per altri quattro anni dei due permessi e la presentazione della richiesta per effettuare le perforazioni – oltre all’investimento iniziale di due milioni e mezzo di euro – riporterà in vita una miniera europea dalle potenzialità straordinarie. Una direttiva dell’Ue incentiva tra l’altro la ricerca di metalli nei territori dell’Unione, indicando 32 elementi tra cui il cobalto, oggi per il 70% importato dal Congo. L’idea di base di Alta Zinc è quella di rivedere vecchi siti minerari anche alla luce delle nuove tecnologie e della risalita del prezzo dei metalli. Il gruppo industriale, a questo proposito, ha già presentato richieste per effettuare ricerche nelle vecchie miniere della Liguria, a Libiola, a nord-est di Sestri Levante e in Emilia Romagna.
(fonte: Davide Madeddu, Il Sole 24 Ore)