Un ago vibrante Bauer TR17 alimentato da una centralina Bauer HD470 è utilizzato per la realizzazione di colonne in ghiaia all’interno del progetto di riqualificazione dell’area portuale di Ravenna denominato “Ravenna Port Hub”
Il progetto Per il Ravenna Port Hub si prevede l’escavazione di 5 milioni di metri cubi di sedimenti finalizzati a portare a 12,5 m la profondità dei fondali del porto, il rifacimento delle banchine esistenti e la realizzazione di una nuova banchina della lunghezza di oltre 1.000 m in Penisola Trattaroli a servizio di una nuova area portuale da destinarsi principalmente a Terminal Container. L’intervento è quindi un enorme progetto di ampliamento e di ristrutturazione del porto di Ravenna e avrà una durata complessiva di circa sette anni. All’interno di questa massiccia opera di riqualificazione sono previsti interventi di molteplici tipologie, quali pali trivellati, FDP, CFA, micropali, tiranti. Tra le tante lavorazioni c’è anche la realizzazione di colonne in ghiaia che vengono effettuate utilizzando un ago vibrante Bauer TR17 montato su un escavatore tralicciato.
L’intervento “Bauer produce due tipi di ago vibrante, il TR17 e il TR75, dove a cambiare è essenzialmente la taglia – ci spiega l’ingegner Andrea Ruggero, Sales Manager di Bauer Macchine Italia – Il TR17 utilizzato a Ravenna è solitamente impiegato per l’esecuzione di vibroflottazione o di vibrosostituzione per diametri di colonna in ghiaia da 500 a 800 mm, mentre per dimensioni maggiori si passa al TR75. A Ravenna l’impresa incaricata dei lavori, RCM Costruzioni, sta realizzando colonne in ghiaia da 600 mm di diametro, che arrivano a una profondità massima di 16,5 m e, visto il tipo di terreno, sta usando solo acqua in media pressione per aiutarsi sia nella fase di discesa che nella fase di risalita e costipazione. Le colonne in ghiaia sono realizzate con tecnologia di vibroflottazione in modalità top feed. Nel top feed la ghiaia che genera la colonna viene alimentata dall’alto. L’ago vibrante presenta apposite condotte interne che sono adibite al passaggio di aria o acqua in pressione. Questi due elementi aiutano il vibratore ad arrivare alla quota prevista. Quando il vibratore è giunto alla quota definita, la ghiaia viene alimentata dall’alto, solitamente tramite un escavatore. In maniera sequenziale l’ago viene sollevato a step di circa mezzo metro per poi essere rilasciato leggermente, in modo che la ghiaia vada a costipare il terreno. Questo sistema permette di ottenere sia un miglioramento delle condizioni del suolo sia, nei limiti di quanto il terreno accetta la ghiaia, di aumentare il diametro della colonna rispetto al corpo vibrante. Infatti quando si infigge l’ago si ottiene il diametro dato dalla punta con una contenuta maggiorazione data dalla vibrazione. Gli step di risalita consentono il miglioramento del terreno e permettono di ottenere il diametro previsto dal progetto. Incrociando il dato del volume di ghiaia inserito, attraverso un calcolo empirico è possibile determinare il diametro effettivo della colonna. A Ravenna le colonne eseguite svolgeranno la funzione di dreni verticali che agiranno in un terreno limo-sabbioso, con una piccola fascia intermedia di argilla e di argilla mediamente addensata negli ultimi 3 m. In questo ultimo strato l’ago deve lavorare a pressioni operative elevate per riuscire a penetrare e poi a costipare la ghiaia“.
L’alimentazione dell’ago vibrante Normalmente gli aghi vibranti non vengono connessi all’impianto degli escavatori che li utilizzano. Infatti, essendo un impianto idraulico soggetto a elevata usura e avendo il motore idraulico nella punta, l’elemento di avanzamento a fondo scavo, esiste il rischio che impurità possano entrare nel circuito idraulico e quindi contaminare l’idraulica della macchina base. Inoltre si tratta di una tecnologia, specialmente il TR17, che si presta bene a essere accoppiata anche a macchine base si taglia contenuta, che non avrebbero una potenza idraulica sufficiente. Per tali motivi l’alimentazione è affidata a un’apposita centralina idraulica, in questo caso una Bauer HD470, in grado di alimentare tutti i modelli di aghi vibranti.
“La centralina HD470 è progettata per l’utilizzo in molteplici metodologie – continua il Sales Manager di Bauer Macchine Italia – È in sagoma e ha il classico ingombro di 20 piedi. Di fatto ha tutto a bordo: la motorizzazione, le pompe idrauliche, la piastra collettore con le uscite idrauliche che permettono l’alimentazione, in questo caso, dell’ago vibrante. Può essere posizionata a terra, vicino alla macchina base che sta eseguendo la lavorazione, oppure può essere montata dietro la macchina su un telaio che normalmente viene realizzato dal cliente. In questo caso specifico, dato che non vi sono problemi di spazio, è stato deciso di tenerla a terra, in prossimità dell’escavatore. Le linee idrauliche invece salgono lungo il braccio tralicciato dove, all’interno della fornitura Bauer, è installato un rinvio che permette di portare le manichette a quota e soprattutto di tenerle distanti dalla zona di scavo. La centralina monta un motore Caterpillar di ultima generazione, Stage V ed è dotata, per la telediagnosi e per rispondere ai parametri di Industria 4.0, di un modulo GPRS di comunicazione in remoto come quello installato sulle perforatrici. Questo permette di generare un report riferito ai parametri motore-pompa della centralina, di visualizzare i parametri dell’ago e della metodologia in esecuzione e di redigere il report relativo alle colonne in ghiaia. Il tutto è comodamente gestito da un PLC B-Tronic con monitor touchscreen in cabina“.