Robot in una miniera autonoma. Sono i carri di perforazione Pit Viper di Epiroc, programmati e controllati da remoto nel più grande giacimento di rame al mondo. Una rivoluzione di cui sono testimoni gli ingegneri del team peruviano di Anglo American, al servizio di una tecnologia operativa all’avanguardia.
Alla Quellaveco – questo è il nome della miniera – la multinazionale mineraria presenta una visione dell’evoluzione estrattiva del futuro. Costruita a Moquegua a un costo di circa 5,5 miliardi di dollari, si prevede che la miniera produrrà circa 300.000 tonnellate all’anno di rame (oltre alla quota di molibdeno) nel prossimo decennio, consolidando la posizione del Perù come secondo fornitore del metallo rosso dopo il Cile. Ogni fase della produzione – dal trasporto alla frantumazione del materiale, fino alle più complesse operazioni di gestione – viene programmata e svolta in modo autonomo da macchine e veicoli.
Tra i protagonisti di questa avanguardia tecnologica, troviamo i sei carri di perforazione autonomi Pit Viper di Epiroc, in grado di raggiungere un’altezza di quasi venti metri quando sono in assetto operativo; anche in questo caso, le macchine sono in grado di insediarsi automaticamente rispetto alla serie di fori di carica da realizzare.
Leggi la case history completa sull’ultimo numero di Perforare (sfogliabile anche da questo sito web).