Nel mondo delle perforazioni petrolifere in mare, i “jack-up” sono navi speciali, capaci di trasformarsi in piattaforme petrolifere, e poi tornare navi quando serve: sono composti da uno scafo, da gambe idonee a posarsi sul fondale, e da un sistema di sollevamento per portare lo scafo al di sopra della superficie delle acque. Sono utilizzati non per estrarre gli idrocarburi ma per andarli a cercare, nella fase in cui si fanno trivellazioni offshore ma ancora deve essere individuato il punto giusto in cui collocare le piattaforme fisse. La Saipem ha appena aggiunto un altro jack-up alla sua flotta, un fatto indicativo di come il settore delle perforazioni petrolifere marine sia in fase di rilancio, dopo anni di stasi dovuta al petrolio e al gas a prezzi stracciati (è solo l’altro ieri, ma sembra già un’altra epoca storica).
Il nuovo jack-up, battezzato Perro Negro 11, è stato consegnato in Cina nel cantiere CIMC di Longkou. La formula è quella del noleggio a lunghissimo termine e la nave-piattaforma è stata immediatamente assegnata a un contratto di ricerca della durata di cinque anni (con ulteriori due in opzione) per lavori di perforazione nel Golfo Persico, “sfruttando l’andamento positivo del mercato di riferimento”, come spiegano fonti del gruppo italiano.