E’ di pochi giorni fa la firma del contratto che assegna a Trevi la manutenzione e messa in sicurezza della Diga di Mosul, in Iraq.
Si tratta di lavori ciclopici, per un valore complessivo di 273 milioni di euro, che sono stati assegnati a Trevi in quanto azienda che ha vinto la gara internazionale bandita dal Ministero delle risorse idriche irakeno (MWR) lo scorso ottobre. Vista la situazione critica della diga, le operazioni burocratiche sono state smaltite nel minor tempo possibile, per iniziare subito con i lavori.
“Questo contratto” affermano i vertici Trevi “conferma l’importante rapporto di stima, che il nostro Gruppo si è conquistato nel mondo grazie a una consolidata esperienza in questo tipo di opere specializzate e nell’area del Medio Oriente. Nello specifico, per questo importante progetto è prevista una intensa attività di perforazioni e iniezioni di miscele cementizie per il consolidamento delle fondazioni della diga, oltre a lavori di riparazione e manutenzione delle gallerie di scarico di fondo, oggi danneggiate. Con le prime mobilitazioni, inizieranno anche corsi di specializzazione e training di tecnici e personale locale per l’utilizzo di mezzi di perforazione prodotti da SoilMec (società del Gruppo Trevi specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di attrezzature e impianti per fondazioni e perforazioni): nello specifico verranno utilizzate la SM-5E e la SM-17”.
La presenza di un contingente militare Italiano e forze di sicurezza locali, garantiranno la sicurezza degli oltre 450 tecnici e personale della Trevi.
Trevi non è nuovo a lavori di questo tipo. Sono più di 170 ad oggi le dighe sulle quali ha eseguito lavori specializzati, in tutto il Mondo ma specialmente in America dove l’US Army Corps of Engineers ha incaricato l’azienda di riabilitare alcune grandi dighe del Paese come la W. F. George e la Wolf Creek.
L’esperienza e l’avanguardia nelle soluzioni tecnologiche sviluppate, hanno permesso a Trevi di aggiudicarsi anche la messa in sicurezza dell’argine LPV-111 di New Orleans che con suo cedimento aveva dato il via alla grande inondazione dell’uragano Katrina.