Stop dal ministero per la Transizione Ecologica alla costruzione del canale del Waterfront, che collegherà la Fiera del Mare al Porto Antico di Genova. “Il Proponente – si legge nel decreto del Ministero, citato dal quotidiano Il Secolo XIX – non ha provveduto a redigere e presentare il richiesto progetto di cantierizzazione”. Cioè, il Comune non avrebbe provveduto ai “campionamenti di terre e acque sotterranee sull’intera area di intervento (…) alla descrizione degli interventi di ripristino ambientale da realizzarsi al termine delle attività di cantiere (…) e alla ricerca di soluzioni alternative all’impianto di Scarpino per il recupero del materiale da scavo”, compreso il “piano di circolazione dei mezzi d’opera con i relativi dettagli operativi (percorsi impegnati, tipo di mezzi, volume di traffico)”.
Il commento dell’assessore ai lavori pubblici della Lanterna, Pietro Piciocchi, stigmatizza ogni allarme e critica e rassicura tutti sul prosieguo regolare dei lavori: “Il cantiere del Waterfront di Levante va avanti, nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza, sostenibilità ambientale e di salute pubblica, sotto l’egida di Arpal e di Asl. Il ministero competente ci ha chiesto un’integrazione ai documenti già presentati per l’avvio degli scavi sotto il livello del mare, non ancora iniziati, e nel giro di un paio di giorni manderemo nelle sedi ministeriali quanto richiesto. Faccio presente che il progetto è già stato approvato dal Mite attraverso VIA nazionale e i rilievi odierni riguardano una sola prescrizione su cinque, essendo le altre quattro giudicate ottemperate. Aggiungo che le richieste del Ministero non hanno la minima attinenza con l’area che è stata già bonificata a seguito del ritrovamento di idrocarburi. Parlare di blocchi al cantiere è quanto di più falso si possa affermare: strumentalizzare le normali interlocuzioni tra enti locali e ministeri su un’opera straordinaria e innovativa che tutta Europa ci invidia come il Waterfront vuol dire non avere a cuore Genova anzi fare tifo contro la crescita della città”.