La data di inizio lavori riporta al 9 dicembre 2020, ma per sapere quando si potrà mettere la parola fine all’inquinamento da percloroetilene all’ex Infa di Aviano occorrerà ancora pazienza. Attualmente una perforatrice sta prelevando in profondità terreno inquinato per costruire una barriera in grado di impedire al percloroetilene di espandersi ulteriormente.
Tutto il perimetro della grande fabbrica è circondato da una trincea riempita con materiale adatto contenere e circoscrivere al sito industriale l’inquinamento. Le ultime perforazioni hanno incontrato dei rallentamenti per la natura del terreno. Già nel 1987 “nell’acquifero freatico che alimenta l’acquedotto del comune di Fontanafredda (posto a valle dello stabilimento) – sostiene la Regione – viene rilevata la presenza di solventi organici clorurati in concentrazione superiore ai limiti previsti dalla normativa. L’indagine condotta per valutare l’estensione dell’area interessata dal fenomeno ha individuato nel comune di Aviano l’origine dell’inquinamento. Nella specie, il percloroetilene era stato largamente usato all’interno del ciclo industriale dell’Infa (ora in liquidazione) per sgrassare le superfici dei lamierati prima delle successive lavorazioni”. La Regione ha definito l’ex Infa come il secondo sito più inquinato del Friuli Venezia Giulia.