Da qualche settimana si è diffusa la notizia del possibile ritrovamento di un giacimento ingente di litio a Nepi, comune del viterbese noto per le preziose sorgenti di acqua minerale. Si parla di una tra le più alte concentrazioni al mondo di questo elemento (si parla di 400 grammi/litro), quasi il doppio rispetto ai giacimenti americani. Al clamore della scoperta sono seguiti però quasi immediatamente anche i timori, soprattutto relativamente agli eventuali “danni collaterali” che le eventuali perforazioni potrebbero arrecare alle sorgenti del luogo.
Il Corriere di Viterbo riporta prontamente le preoccupazioni del sindaco di Nepi Franco Vita, che ha richiesto alla società incaricata dei sondaggi esplorativi, Energia Minerals srl, tutti i dati necessari per una loro valutazione e per capire con esattezza quale parte del territorio nepesino è stata individuata per le eventuali estrazioni. Lo stesso Vita parla di “comportamento scorretto” da parte della società, essendo venuto a conoscenza delle risultanze dei sondaggi attraverso alcuni articoli stampa. “Ho informato la società Acqua di Nepi e interesserò di nuovo l’ISPRA chiedendo, questa volta, di fornirmi ampie e dettagliate informazioni sui processi estrattivi – scrive Vita – Infatti, in occasione del rilascio del parere per eseguire i sondaggi, non mi è stata fornita risposta ai miei quesiti”.
Il litio di Nepi, spieghiamo a beneficio del lettore, è presente nei fluidi geotermici, disciolto sotto forma di ione in un fluido acquoso caldo naturale. Per estrarlo, sarebbero dunque necessarie attività estrattive per così dire inusuali, rispetto alle tradizionali metodologie di estrazione mineraria. Il processo consisterebbe nel pompare l’acqua dal sottosuolo, filtrare il litio assieme ai materiali utili e poi immettere nuovamente i fluidi nella falda. Un processo che può sembrare meno “impattante”, tuttavia non privo di criticità. Serve infatti porre dei limiti a questo tipo di operazioni, altrimenti si può incorrere nel rischio di depauperare il serbatoio geotermico.
L’importanza di questa scoperta è, tuttavia, di fondamentale rilevanza, alla luce della sempre maggior esigenza di approvvigionamento dei cosiddetti “minerali rari”. Il litio, nello specifico, ricopre nella transizione ecologica un ruolo oggi fondamentale. Chiamato volgarmente anche “oro bianco”, è il componente principale nelle batterie delle auto elettriche e nelle apparecchiature elettroniche come smartphone e tablet. Non resta che attendere ora i dettagli relativamente ai risultati effettivi dei sondaggi esplorativi, mentre per le concessioni effettive ci vorrà ancora tempo. Intanto la notizia ha fatto “alzare le antenne” delle multinazionali australiane, leader nel settore dell’estrazione.
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